sabato 10 dicembre 2011

I guanti dei Puffi

Nel regno di OP le infermiere, a un certo punto, indossano i guanti blu. I bambini li chiamano "i guanti dei Puffi" e ne vanno matti. Le mamme molto meno, perché sanno che quando arriva in stanza un'infermiera con i guanti blu è per portare i farmaci che servono a fare la chemioterapia.

I guanti blu sono diversi da quelli trasparenti perché, anche se sono in vinile come gli altri, non hanno la polvere dentro. La polvere è il talco che serve a infilare meglio gli altri guanti. Tutti guanti ne hanno dentro almeno un po'. Tutti, tranne i guanti blu.  "E' pericolosa quando si maneggiano i farmaci chemioterapici o quando si cambia un letto bagnato da un bimbo che ha fatto chemio. La polvere è un conduttore, bisogna stare attenti", mi spiega Cristiana, pignolissima infermiera del regno di OP, mentre monta sull'asta con le ruote la flebo con dentro la chemio per il mio bambino.

Quando ha finito preme "start" sulla pompa che carica la medicina e mi allunga una scatola piena di guanti dei Puffi, dicendomi che è obbligatorio che io li indossi a ogni cambio pannolino. Poi piazza in stanza un secchio di plastica con una grossa R sopra, su cui c'è scritto rifiuti pericolosi, dicendomi che ogni pannolino sporco del mio bambino va buttato lì. "Stia tranquilla, signora, perché la mattina passano a sigillare i secchi e li portano via", dice, convinta di rassicurarmi.

Penso che i farmaci antiblastici (che è un sinonimo di chemioterapici, più o meno) sono così potenti da non poter essere nemmeno toccati con i guanti sbagliati.  Penso che i nostri figli, nei giorni delle chemioterapie, sono così avvelenati da non poter essere nemmeno sfiorati al cambio pannolino. Mi chiedo dove finscono i bidoni di plastica con la scritta "R" che la mattina vengono sigillati e portati via. Penso che al primo ciclo di chemio di Angelo io non li ho indossati, i guanti blu. Nessuno me l'aveva detto, o ero troppo stravolta e non avevo ben capito. "Che mi sarà successo?", penso. Ma poi penso che in fondo non me ne frega granchè. 

Quando l'infermiera esce dalla stanza me li infilo, i guanti dei Puffi, e mentre li infilo li maledico e sento addosso tutta la rabbia del mondo. Puzzano di plastica bruciata, scivolano sulla pelle con difficoltà. Però mio figlio ride ogni volta che li muovo nell'aria come farfalle e allora mi sforzo di farglielo credere davvero che è tutto un gioco. Lui muove le gambine e cerca di acchiapparmi le mani. Io sudo freddo e cerco di pensare che prima o poi anche questo ciclo di chemio finirà.

2 commenti:

  1. I sostenitori della dottrina del «pensiero positivo» asseriscono che siamo in grado di procurarci sia il male che il bene, semplicemente pensandolo e desiderandolo ardentemente, come in una sorta di «mantra».
    Pertanto pensiamo positivo e pensiamo alla trasformazione dei guanti in farfalle.
    Tutto finirà e tu e il tuo piccolo Simba andrete nei prati a vedere volare le farfalle, quelle vere.

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  2. sembra di vedere il film "la vita è bella"...l'orrore che diventa gioco...

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